Terra Accesa, il mio sito sulla ceramica artigianale

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Sono nata il 13 luglio 1975 a Savona, città che, insieme alla vicinissima Albisola è da sempre uno dei centri importanti della ceramica artigianale italiana.
Una combinazione che da subito non mi ha indirizzata verso una scelta precisa ma che ha lasciato impressi nei miei ricordi più lontani una sovrapposizione di immagini in momenti diversi della mia vita, un’abitudine agli stili dei quali, ancora bambina, non distinguevo nome o tecnica, una pluralità di colori e di forme, dalle più tradizionali e antiche a quelle recenti e oniriche che riportano alla Genova di Emanuele Luzzati.
E’ proprio questo stile da sogno, teatrale, surreale, creativo e spesso rassicurante quello che ho sempre riconosciuto come a me vicino.
Lo collego nella mente ai freddi sabati d’inverno per le vie del centro, a via Paleocapa, a via Pia, al profumo della panizza e al sapore e al calore della farinata. Alle vetrine dei negozi con le loro maioliche stile Antico Savona o alle altre mille curiosità da ammirare, come si fa solo con un tesoro appena scoperto.
Ma tutto questo, proprio come una noce, allora era ancora nascosto e protetto da un solido guscio.
Dentro, però, c’era parecchio fermento…

INDICE ARTICOLO - Terra Accesa, il mio sito sulla ceramica artigianale

Sapere per poi dimenticare

Una volta sapevo esattamente cosa avrei fatto da grande.
Una passione naturale per l’antichità, la storia, l’arte, l’osservazione dei reperti, l’amore per i musei, per la ricostruzione storica.
Di più: passare il tempo a guardare immagini di piccoli oggetti antichi d’uso quotidiano, immaginare la vita di chi, per un tempo limitato, ha lasciato in essi un po’ della propria anima.
Rispondevo sicura, a chiunque me lo chiedesse: “L’archeologa. Farò l’archeologa”.
A distanza di tempo, riconosco che avevo scelto bene.
E, come spesso accade, ad un certo punto, in modo molto poco spiegabile, l’ho dimenticato.

L’insegnamento (niente è per sempre)

Ho iniziato ad insegnare nella Scuola Primaria molto presto. A ventuno anni ero già in ruolo.
Solo con l’esperienza ogni lavoro si apprende e solo con il tempo si migliora.
L’esperienza con i bambini ha preso larga parte della mia vita e inevitabilmente è stata, appunto, vita, vissuta con i suoi alti e bassi, le sue grandi fatiche, le sue soddisfazioni.
Forse qualcosa è per sempre. Ma il nostro lavoro non siamo noi, neppure quando il lavoro è una passione. E dunque, almeno per me, non può essere per sempre.

Sgusciare

Proprio come la noce di un bel po’ di anni prima, sono davvero uscita dal guscio.
Piano piano, naturalmente.
Un insieme di fattori ha creato la sinergia necessaria al mutamento.
Il primo passo è stato il trasferimento presso il CPIA, la scuola di alfabetizzazione per adulti.
Insegnare la lingua italiana a persone immigrate da Paesi diversi è quasi un altro lavoro rispetto a quello che si fa con i bambini. Le responsabilità sono di tutt’altro genere. La somma totale dei motivi d’ansia, solo un poco meno. In qualche modo trovo però che la mia sia stata un’ottima scelta.
E’ un cambiamento che ha accompagnato e ancora accompagna una maturazione personale, una crescita che continua. Relazionarsi con gli adulti è solo diverso, impone di non entrare più ogni giorno nel mondo dei piccoli che, dopo tanti anni, può in effetti diventare stretto.
Una scelta buona, a patto di non dimenticare completamente la noce che tutti siamo stati.

Due noci in un flashback

Qui bisogna fare un salto indietro. Prima del cambiamento, ho conosciuto Luciano.
Ci siamo innamorati e ci siamo sposati.
E’ solo grazie a lui che ho avuto la spinta necessaria e che ho trovato l’idea e la forza per fare un’esperienza nuova. Anzi, due…

Noci di ceramica

Il secondo, grandissimo cambiamento.
Da qui parte ogni cosa. “Proviamo a fare una cosa nuova”… questo più o meno dicevamo a casa, quel giorno. Ero reduce da una gita scolastica con i bambini proprio ad Albisola, alla scuola di ceramica, dove si era tenuto un piccolo laboratorio, e ad una bottega di ceramica artigianale dove avevamo potuto osservare a bocca aperta il lavoro al tornio e la decorazione su smalto bianco.
La “cosa nuova” è stata proprio la ceramica.
Senza idee precise dalle quali partire, senza conoscenze cui far riferimento, è iniziato tutto.
Il mio primo insegnante Paolo Tartarini, ceramista e grande esperto di raku nel vecchio borgo ligure di Bussana Vecchia, paese degli artisti, e poi Albisola, Montelupo Fiorentino, il tornio, i colori, la scelta del forno, gli insuccessi e i successi.
E tutto è ancora e sempre in fermento…

Ora

In questo momento proseguo la mia attività di insegnamento presso il CPIA di Sanremo e la mia attività artigianale con la ceramica.
Ho deciso di creare un blog sulla ceramica perché la mia esperienza di tutti i giorni con la terra, materiale profondamente connesso con la nostra natura, possa rimanere scritta per tutti coloro che ne sono appassionati o anche semplicemente incuriositi.
Naturalmente è utile anche a me, per ricordare il mio vissuto, per dargli espressione, per modellare anche la parola scritta sulla forma della mia stessa vita, proprio come si modella l’argilla sull’immagine delle proprie idee e del proprio sentire.

Il futuro

Il fermento del presente non permette una chiara visione di cosa succederà.
Adesso proseguo con la ceramica che – ho scoperto – mi ha resa molto più abile manualmente e più pronta a creare senza timori.
Le idee sono tante e questo è un bene.
Con la creta si scopre che è impossibile annoiarsi e che, volendo, si possono sempre sperimentare nuove forme, nuove tecniche, nuovi colori, nuovi tipi di terra.

Continuerò a scrivere su questo blog, e spero che a qualcuno possa fare piacere leggere come qualcosa di ciò che si sapeva da bambini e si era dimenticato si possa riportare alla memoria.
Io, in particolare, ho scoperto una profonda connessione fra la ceramica e l’adorazione per le antichità e per gli oggetti creati con amore che aveva quella piccola noce di cui parlavo all’inizio.

Niente viene irrimediabilmente perso.

INSERITO IL: 21/09/2017
AGGIORNATO IL: 07/02/2019

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