Una gita scolastica ad Albisola, città della ceramica

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Tutto è iniziato con una gita scolastica.
La mia collega ed io, un ottobre di qualche anno addietro, abbiamo accompagnato i bambini della quarta classe alla Scuola di Ceramica di Albisola Superiore.
Avevo organizzato personalmente la gita ed ero in contatto con Lea Gobbi, una delle docenti della scuola: avevamo concordato di far effettuare un laboratorio di modellato molto semplice e una successiva visita ad una bottega artigiana di ceramiche a Albisola, città tra le più famose in Italia per la ceramica artigianale, sede anche della manifestazione nazionale Buongiorno Ceramica, anche per far interessare i giovani studenti a questa bellissima arte mostrando l’utilizzo anche del tornio per ceramica.

Immagine del pavimento della Passeggiata degli Artisti ad Albissola Marina

Il pavimento della Passeggiata degli Artisti ad Albissola Marina

Non ci sarebbe invece stato tempo, purtroppo, per goderci sole e mare lungo la Passeggiata degli Artisti, che io comunque conoscevo, essendo savonese di nascita, e della quale mio padre mi aveva sempre parlato ricordando il periodo durante il quale è stata creata: erano gli anni ‘60 e ad Albisola c’era molto fermento artistico.

INDICE ARTICOLO - Una gita scolastica ad Albisola, città della ceramica

La Scuola di Ceramica di Albisola

Attraversato il vasto piazzale e saliti i pochi gradini della scuola, una struttura moderna dalle ampie vetrate, siamo giunti nel laboratorio vero e proprio.
Lungo il perimetro interno dei muri d’ingresso numerose teche in vetro custodivano ceramiche di Albisola dei generi più vari, dalle classiche maioliche Antico Savona a quelle – attualmente molto in voga – in stile ventennio, sino a quelle più moderne e riconducibili, più che ad una tipologia precisa, all’estro e alla creatività dei singoli.
Sotto a ciascuna opera campeggiava il cartellino con il nome dell’artista.

Immagine della scuola di ceramica di Albisola Superiore

La scuola di ceramica di Albisola Superiore

Le forme e i colori mi hanno colpita profondamente.
Strutture che si reggevano miracolosamente riportavano una decorazione di grande bellezza. Mani esperte ed abili avevano dato forma a vasi, volti, animali, creazioni surrealiste. Un incanto.
Un preludio ad un mondo nuovo, sebbene conosciuto, ma mai prima approfondito o considerato seriamente.

Il laboratorio di ceramica

Lasciandosi a destra gli uffici si ha accesso alle sale nelle quali vengono effettuate le lavorazioni.
La prima, attorno alla quale si aprono le altre cinque o sei, è la più grande.
Nel centro si nota per prima cosa la presenza di diversi torni per la ceramica, piuttosto grossi, con il loro sgabello e la vasca per l’acqua.
Lungo le pareti numerosi scaffali contengono colori, attrezzi vari, mattarelli, pennelli e numerose opere già biscottate o ancora crude, in fase di asciugatura. Ampi tavoli sono presenti in tutte le stanze.
C’è poi una stanza con numerose confezioni di terra, prevalentemente rossa, da tornio; una stanza in cui si passa a spruzzo la cristallina sul biscotto colorato; una stanza con il forno.
Dalle grandi vetrate pulite ricordo che entrava molta luce.
La sensazione era quella di trovarsi all’interno di una specie di ambiente protetto, una piacevole sensazione di calore fisico che scaldava anche la mente.

Pasticciando con i bambini nel laboratorio di ceramica

Ci siamo disposti attorno ad alcuni grandi tavoli uniti per l’occasione a ferro di cavallo.
Ogni bambino aveva una palla di creta che doveva appiattire, quasi a formare una focaccia.
Un po’ per la bravura dell’insegnante che ci guidava, un po’ per l’impegno necessario, ricordo che, se non proprio silenzio, c’era un vociare sommesso, a tratti interrotto da un’ impellente necessità di concentrazione.
I bambini lavoravano assorti, con quella serietà che si ritrova nel gioco e che troppo spesso si perde crescendo.
Un volta appiattita l’argilla, a disposizione sono stati messi moltissimi oggetti con i quali incidere e decorare la terra: punteruoli, spazzolini, formine per biscotti…
Qualcuno creava da solo il proprio disegno, qualcun altro preferiva aiutarsi con forme diverse: stelle, cuori, fiori, alberelli.

Colorando

La necessità di effettuare una monocottura, considerata l’impossibilità di dare smalti o colore e cristallina su pezzi già cotti, ha fatto sì che scoprissimo la tecnica dell’ingobbio: semplice terra bianca mescolata a colore e ad acqua e passata liberamente con il pennello.
Questa tecnica, che si effettua su pezzi crudi e ancora umidi, permette, grazie all’effetto adesivo della terra, di far aderire il colore, il quale, essendo una polvere, si leverebbe facilmente.
La sola cottura infatti non può fissarlo come invece accade nel caso degli smalti, i quali vetrificano a causa dell’alta temperatura.
Anche questa parte del lavoro è stata graditissima ai nostri piccoli artisti.
Inciso ciascuno il nome sul proprio pezzo e riposti i pezzi stessi sulle mensole di uno scaffale, ci siamo lavati le mani ed avviati verso la seconda parte della gita. I pezzi sarebbero stati cotti in seguito e ritirati successivamente.
Un bel regalo per Natale da portare a casa!

La bottega della ceramica

Albisola vanta un’antica e mai interrotta tradizione ceramica, e botteghe o rivendite si trovano numerose in tutto il paese, sia ad Albissola Marina sia ad Albisola Superiore.
Entrando nella bottega ci siamo goduti i colori delle decorazioni dei pezzi esposti, pronti per la vendita, esaltati dal sole e dalla bella giornata d’inizio autunno.
Ricordo in particolare un servizio di tazze smaltate in due tonalità che riportavano scritte nei caratteri del ventennio fascista, con frasi che rimandavano ai concetti di prontezza, velocità e menefreghismo. Facevano un po’ impressione per via del peso della storia a tutti nota, nuovi cimeli di un vecchio passato fortunatamente concluso.
L’esperto torniante, un uomo anziano dall’età indefinibile, ha tuttavia soppiantato la concorrenza di qualunque altra meraviglia.
Veder crescere sotto le sue mani un vaso, vedergli mutare forma una, due, dieci volte, quasi che l’artista non avesse parte nell’opera che si compiva, quasi non ci fossero gravità e fatica, era sorprendente. Questa naturalezza, era sorprendente.

Immagine di ceramiche in strada ad Albissola Marina

Ceramiche ad Albissola Marina

Nella stanza attigua, la decoratrice con movimenti rapidi e precisi del pennello effettuava una decorazione blu su un delfino già tuffato nello smalto bianco.
I movimenti bruschi delle mani, che non commettevano alcun errore, corrispondevano ai modi bruschi del carattere di una persona che ama lavorare nel silenzio e nella solitudine.
Doveva di certo per lei essere un po’ scombussolante la presenza di quei venticinque bambini che la stavano osservando e che non smettevano di fare domande.
Per sua fortuna, quei bambini avevano un pranzo al sacco da consumare a breve…

Il ritorno

Parlo di me. Anche per me è stata un’esperienza bellissima. Consiglierei a tutti di manipolare la terra, almeno una volta.
In fondo, non è proprio quello che facciamo da piccoli, spesso di nascosto dai genitori?
Questo accade proprio perché la terra è uno degli elementi del nostro mondo; anzi, essa è il nostro elemento, ed in essa sono contenute anche l’aria, l’acqua, e il fuoco che la cuoce e che ne fissa la forma per sempre.
Ero ancora ben lungi dal considerare di intraprendere una strada che mi avrebbe portato a manipolare la terra più di una sola volta.
Ma un seme era stato gettato, e se ne stava buono buono, in attesa.

INSERITO IL: 07/09/2017
AGGIORNATO IL: 07/02/2019

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