Come presentato e spiegato precedentemente prima di procedere alla cottura delle creazioni in ceramica raku, realizzate in terra semirefrattaria bianca e cotte in prima cottura in forno elettrico, è necessario smaltarle con smalti e ossidi metallici.
Un buon inizio per chi desidera creare da sé le proprie colorazioni da utilizzare per la tecnica raku consiste nell’impiegare una base di cristallina alla quale si aggiungerà una fritta alcalina, oppure piombica o boracica, e dell’ossido, ad esempio rame, con un rapporto di 100 grammi di cristallina per 1-3 ml di ossido.
La tipologia di fritta condizionerà il risultato finale rendendo possibile numerosi effetti diversi con un solo ossido.
La smaltatura può essere effettuata a pennello, per immersione, per colaggio o a spruzzo.
VIDEO: come colorare delle creazioni in ceramica artigianale in terra semirefrattaria pronte per la successiva cottura nel forno a gas con la tecnica raku.
Posizionamento nel forno a gas per la cottura raku
I pezzi smaltati vengono lasciati asciugare e quindi posti nel forno a gas, su un unico livello.
A differenza infatti del forno elettrico che può prevedere svariati piani di cottura, il forno a gas non consente la diffusione uniforme del calore, soprattutto se questo viene “spezzato” dai ripiani.
E’ bene inoltre non sovraccaricare il forno per la cottura raku per almeno due buoni motivi: il primo, per il fatto che gli oggetti verranno estratti incandescenti tramite lunghe pinze ed è quindi necessario lasciare lo spazio sufficiente, fra un pezzo e l’altro, per tirare fuori agevolmente ogni singolo pezzo, senza rischiare di urtare qualcosa o di porre a contatto due parti smaltate: il colore, infatti, fonde e vetrifica e produce un effetto “colla” che salda fra loro la parti a contatto, rovinando tutto il lavoro se non si presta attenzione.
L’altra ragione per la quale il forno non deve essere troppo carico è la questione della riduzione di ossigeno: se i pezzi non vengono rapidamente posti nella segatura, l’effetto lustro dato dalla riduzione si può perdere e questo avviene soprattutto nel caso di ciò che viene estratto per ultimo, se l’estrazione si dovesse protrarre nel tempo a causa dell’eccessiva quantità di oggetti cotti.
Le creazioni in ceramica si dispongono pertanto sull’unico ripiano cercando di ragionare in anticipo sul modo in cui avverrà la loro estrazione: se una forma è piatta e senza appigli è possibile ad esempio porla su un piccolo rialzo refrattario, in modo che le pinze la potranno agevolmente afferrare da sotto la base.
Per quanto riguarda le componenti di gioielli (le collane, gli anelli e gli orecchini interamente smaltati), è possibile cuocere in sospensione attraverso strutture metalliche di sostegno, in ferro o in filo kantal.
Il ferro in ogni caso arrugginirà a causa dell’alta temperatura ma sarà lo stesso possibile riutilizzare più volte la struttura.
VIDEO: come si posizionano le creazioni in ceramica all’interno del forno a gas per la cottura raku.
La cottura nel forno a gas
Una volta caricato il forno a pozzetto si chiuderà con il coperchio e si accenderà il fuoco.
Sarà possibile controllare la cottura dall’apertura al centro del coperchio: solitamente i pezzi sono pronti quando hanno acquisito la colorazione arancione.
Affinché questo avvenga occorre comunque circa un’ora di cottura ad una temperatura che progressivamente raggiunge circa i 960-980°C.
L’estrazione dal forno e il posizionamento nella segatura
Si tratta del momento più interessante e conosciuto della cottura raku.
Il fuoco viene spento e il coperchio sollevato…i pezzi subiscono un fortissimo e repentino shock termico al quale resistono senza spaccare solo per il fatto di essere stati realizzati in terra semirefrattaria.
E’ ancora impossibile distinguerne il colore: sono arancioni, incandescenti.
Per estrarli è indispensabile indossare diverse protezioni e tutelarsi così dall’elevata temperatura sprigionata dal forno: una casacca lunga e spessa, un passamontagna, guanti resistenti e adatti a proteggere dal calore, una visiera in plastica trasparente.
Attraverso lunghe pinze si procede a prendere un pezzo per volta e a porlo in un contenitore metallico contenente segatura, ma talvolta anche foglie secche o carta di giornale.
A contatto con il calore fortissimo degli oggetti la segatura si incendia e questo fenomeno crea gli effetti di riduzione.
Appena terminata l’estrazione, sui pezzi viene gettata altra segatura, sino a ricoprirli interamente.
Vengono lasciati così per alcuni minuti finché, sempre con i guanti protettivi, vengono tirati fuori.
Appena posati a terra mutano rapidamente colore, come se la smaltatura fosse ancora mobile, instabile.
E’ possibile agevolare il raffreddamento con acqua ma è preferibile attendere ancora prima di toccarli a mani nude, soprattutto se gli spessori hanno una certa consistenza e quindi tendono a mantenere il calore a lungo.
VIDEO: come si estraggono le creazioni in ceramica subito dopo la cottura nel forno elettrico a gas di una cottura raku.
Quando possono essere presi in mano devono essere ripuliti sotto l’acqua corrente e sfregati con una spugna in modo da visualizzare bene il colore finale: lustri metallici e sfumature rendono ogni singolo oggetto una creazione unica e irripetibile.
Per giorni e talvolta per settimane ogni oggetto conserverà un piacevole odore di bruciato.
Estrarre dalla segatura una creazione raku è davvero scartare un regalo: per quanto si possa ipotizzare il risultato finale, ci sarà sempre una componente di incognita e un effetto sorpresa. E forse proprio questo è il bello.
INSERITO IL: 21/01/2018
AGGIORNATO IL: 07/02/2019