L’idea di realizzare un borgo ligure in ceramica mi ha sempre attirato molto.
Mi affascinava il pensiero di poter ricreare nella scultura ceramica l’atmosfera degli stretti e intimi carruggi riparati dal fragore e dal vento di mare, con l’aspidistra accanto ai portoni verniciati di fresco, le finestrelle dalle persiane verdi e il pavimento lastricato, così simili ad una quinta teatrale più che ad un borgo realmente abitato.
Pensavo a paesi come Dolceacqua o Cervo, con le case in pietra a vista e gli archetti che uniscono palazzi vicinissimi fra loro e incorniciano il passaggio. Pensavo a Noli o a Taggia, che si inerpicano su per la collina sino ai ruderi del castello o a Varigotti, alla sua spiaggia con le case gialle e rosse scrostate dal salino del mare.
L’idea iniziale
Se avevo ben presente i tipici borghi liguri è perché in Liguria sono nata e cresciuta, ed è qui che vivo tuttora.
Ma come avrei realizzato il borgo in ceramica nel mio laboratorio artigianale?
In realtà le soluzioni possono essere moltissime e passano, dalla più realistica alla più astratta, attraverso tutta una gamma di sfumature e possibilità.
L’idea di creare i miei borghi liguri stilizzati viene dal fatto che di essi mi interessava quell’atmosfera particolare, quasi surreale, che vi si respira. Non trovavo importante cercare di riprodurli avvicinandomi al vero.
Decisi che avrei cercato di ricreare le sensazioni di irrealtà e protezione che i carruggi ispirano, con i loro silenzi interrotti talvolta dal vociare di bambini o dal suono delle stoviglie all’ora di pranzo.
La realizzazione dei borghi liguri in ceramica…
Il primo borgo lo creai in terra rossa da tornio, cuocendolo solo una volta. Era grande e non aveva una funzione precisa se non quella di rappresentare se stesso.
Realizzai una base sulla quale applicare con la barbottina e qualche rotolino di terra di rinforzo le alte facciate dei palazzi con le loro porte, le finestre, gli archetti.
Avevo scelto infatti di utilizzare la tecnica della lastra e di non rappresentare realisticamente il palazzo intero. Stabilii che la sola facciata, con la sua altezza e imponenza quasi asfittica, sarebbe stata perfetta se disposta accanto o di sbieco rispetto ad altre facciate, in modo armonico, legato, unito magari da un archetto di sostegno.
il risultato mi piacque, anche perché non ricercai la precisione geometrica ma lasciai qualche irregolarità, perfetta per rendere l’idea di un antico paese. L’unico accorgimento fu quello di preparare le lastre al mattino per poi assemblarle la sera, dopo avere loro lasciato il tempo di asciugare in parte per potersi reggere in verticale.
Al centro dei palazzi si era venuta a creare una piazzetta nella quale sistemai una statua, anch’essa un po’ surreale.
La composizione nell’insieme aveva qualcosa dei portici di De Chirico, con le loro ombre lunghe del tardo pomeriggio.
I lavori successivi: borghi in ceramica colorati
Anche se nel primo borgo in terracotta è possibile disporre diverse tea-light e creare un effetto notturno molto suggestivo, le creazioni artigianali successive, di grandezza media o piccola, prevedono uno spazio specifico per una candelina. Le porte e le finestre si illuminano del calore aranciato del fuoco e creano un’atmosfera raccolta, quasi di un presepe quando le statuine meccanizzate si fermano, il sole cala e si accendono le prime luci…
Per i borghi più recenti ho scelto la colorazione a ingobbio, procedendo quindi sempre con una monocottura. L’ingobbio è pigmento mescolato con barbottina, ossia terra e acqua, che favorisce l’effetto rustico, soprattutto se non viene passato con il pennello in modo perfettamente uniforme e se si scelgono i colori tipici dei borghi liguri. E’ quello che mi piace chiamare “l’effetto Varigotti”.
VIDEO: spiegazione a voce di come si colora un borgo ligure stilizzato con un colore ingobbio rosso.
I nuovi borghi in ceramica di Terra Accesa…
Imprimendo sulla lastra tessuti con trame diverse si può ottenere un “effetto pietra” che caratterizza questa nuova linea di borghi. La colorazione richiamerà il grigio della pietra dei vecchi borghi come Apricale o Triora o il giallo della pietra stuccata tipica di alcune case restaurate a regola d’arte che si incontrano per i carruggi.
L’idea questa volta è di effettuare una seconda cottura dopo il bagno nella cristallina per sperimentare l’effetto vetrificato.
Il principio resta per ora quello della stilizzazione; per il futuro tuttavia credo che penserò anche ad altre possibilità per realizzare i borghi liguri in ceramica.
Il soggetto, d’altra parte, mi piace moltissimo.
INSERITO IL: 08/04/2018
AGGIORNATO IL: 20/01/2019