Quando i nostri amici mi chiesero di realizzare un numero civico in ceramica per la loro nuova casa nel bosco, mi resi conto che per me questa sarebbe stata una nuova esperienza.
Non avevo provveduto in questo senso neppure per casa nostra, sebbene vi avessi pensato ed avessi sempre osservato e apprezzato i numeri dei portoni realizzati con decorazione o modellato.
Se ne trovano dai meno ai più artigianali nella maggioranza dei carruggi liguri. Ricordo di averne notati anche numerosi ad Albissola Marina e ad Albisola Superiore.
Bene, adesso toccava a me.
Il progetto per un numero civico in ceramica
Solitamente ogni lavoro in ceramica che esuli dall’ordinario o che preveda una certa complessità si pianifica attraverso un progetto, normalmente un disegno, da seguire successivamente nel corso della realizzazione. Come una ricetta di cucina, tale progetto si può poi variare a seconda della fantasia del momento, oppure seguire diligentemente dall’inizio alla fine.
Anche io avevo preparato il mio bel disegno: un “34” racchiuso da una linea a forma di cuore che si trasformava nell’impronta della zampa di un cane.
Oggettivamente era un buon disegno; inoltre sapevo che il soggetto sarebbe stato più che gradito ai nostri amici.
Una bella mattina, munita del progetto di cui andavo fiera, entrai nel laboratorio per la ceramica artistica e artigianale, decisa a dare forma alla mia idea.
La realizzazione di un numero civico in ceramica
Con il matterello cominciai a spianare la terra e preparai una lastra. Avevo deciso di non praticarvi buchi per non guastare l’armonia dell’insieme: la targa con il numero sarebbe stata poi applicata con collanti specifici per esterni.
Il punto però fu che non solo non seguii pedissequamente l’idea iniziale ma che non la seguii affatto.
Un po’ come se, dovendo cucinare la pasta al forno e avendone a disposizione la ricetta, ne venisse fuori una crostata di ciliegie.
Rimasi per qualche minuto ferma, in contemplazione della lastra. Poi iniziai: sopra e a entrambi i lati del punto dove avevo immaginato la posizione del numero, iniziai ad applicare altre due lastre che si trasformarono in tende.
Queste tende vennero trattenute con rose, e una rosa era posta anche in alto, al centro, decorativamente.
Il lavoro aveva alla fine un che di grasso, di spesso, di corposo. Ma mi piaceva. Mi ricordava il teatrino di Mangiafuoco.
VIDEO: tecnica utilizzata per creare una rosa in ceramica artigianale applicata sulla lastra che rappresenta un palcoscenico con numero civico in argilla.
Era giunto il momento di applicare i due numeri e di posizionarli all’interno del palcoscenico appena creato.
Ricavai un “3″ e un “4” da un’altra lastra e lo applicai con la barbottina al centro della scena.
Questa operazione richiese particolare attenzione e cura: con l’aiuto di una piccola spatola feci aderire perfettamente i bordi dei numeri al palcoscenico in modo tale da ridurre eventuali imperfezioni e da eliminare bolle d’aria.
Praticai piccolissimi fori in alcune pieghe delle tende temendo che vi si fosse creato un vuoto: non è infatti possibile porre in forno oggetti interamente chiusi dal momento che esplodono, coinvolgendo nella loro distruzione le creazioni vicine.
Dopo un paio di settimane ebbi l’occasione di effettuare una cottura e di cuocere, fra i vari pezzi, anche il numero civico “34” a teatro.
Mancava solo il colore.
Colorare un numero civico in ceramica
Scelsi colori sottocristallina nelle tinte dell’azzurro, blu, bianco e acquamarina.
Cercai di armonizzarli fra loro, di creare qualche sfumatura e qualche effetto di profondità; nello stesso tempo volevo rispettare il carattere rustico e gioioso dell’insieme e quindi non dovevo essere troppo precisa. Il risultato fu buono.
Dopo il bagno di cristallina e la seconda cottura, il numero è stato un buon augurio per la nuova vita nella nuova casa e un regalo gradito!
Un esempio di come molte cose funzionano meglio infrangendo le regole che ci si erano date.
INSERITO IL: 15/04/2018
AGGIORNATO IL: 20/01/2019