Intervista con l’artista Silvestro Pampolini

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Abbiamo avuto il piacere di incontrare il ceramista Silvestro Pampolini a Borghetto S. Spirito, in Liguria, dove attualmente vive.
Lo ringraziamo per la chiacchierata durante la quale si è parlato dell’arte ceramica e del suo personale percorso di artista.

Quando e come è nato il tuo interesse per l’arte e in particolare per la ceramica?

L’arte in tutte le sue forme mi ha sempre affascinato.
Da ragazzino camminavo sulla spiaggia e raccoglievo molti oggetti che il mare portava, attratto ed incuriosito dalla varietà delle forme in cui ci si poteva imbattere.
Mi piaceva anche scolpire e creare opere mie.
Ad un certo momento della mia carriera scolastica ho sentito l’esigenza di interrompere i miei studi di ragioneria per frequentare il Liceo Artistico e, sebbene questo non mi sia stato permesso, la passione per l’arte è rimasta in me.
La svolta decisiva è avvenuta nel 1972 durante un viaggio in Grecia: nonostante non avessi ricevuto un’istruzione classica rimasi letteralmente folgorato alla vista dell’Acropoli e compresi che quella e altre opere dell’antica Grecia costituivano le radici del pensiero occidentale. Nel viaggio di ritorno, inoltre, mi fermai a Firenze ed ebbi occasione di vedere la mostra di Henry Moore allestita presso la Fortezza del Belvedere. Fui profondamente colpito da quelle statue enormi in bronzo e in marmo e ne ricavai una forte impressione che mi diede la spinta per recarmi da Giuseppe Mazzotti ad Albisola e acquistare un pacco di terra.
Ne nacquero le mie prime composizioni, cavalli in argilla con fili di ferro interni; composizioni non esenti da errori e che per questo talvolta si spaccavano.

Immagine di un piatto in ceramica di Silvestro Pampolini, Sardine in fuga

Sardine in fuga

In che modo hai appreso le conoscenze e le abilità per creare e migliorare le tue opere?

Iniziai a seguire gli insegnamenti di Marcello Mannuzza che inizialmente lavorava dai Mazzotti. In seguito avrebbe aperto il laboratorio “Il Tondo” di Celle Ligure in cui ancora è attivo insieme al figlio Andrea Mannuzza. Al loro splendido laboratorio mi appoggio ancora adesso.

Immagine di Silvestro Pampolini al lavoro nella bottega "IL TONDO"

Silvestro Pampolini al lavoro nella bottega “IL TONDO”

Hai avuto quindi occasione di incontrare personalità artistiche di rilievo e di ispirarti ad artisti celebri?

Sì. Oltre a Marcello Mannuzza ho conosciuto diversi artisti con i quali ho condiviso alcune esperienze. Cito Fulvio Filidei e Sergio Accame.
Nel laboratorio “Il Tondo” ha lavorato Emanuele Luzzati che ho avuto il piacere di conoscere. Luzzati era un uomo semplice ed alla mano. Un giorno entrai nel laboratorio mentre stava dipingendo un pannello di piastrelle per una scuola. Davanti a lui era aperto un libro illustrato da sue opere così che, quasi vergognandosi, mi disse:  ”Copio me stesso”.
Altri ceramisti che ammiro sono Piombino, Pizzichini, Servettaz, Carlos Puente, Carlè, Moiso. Tra i pittori il mio preferito è Edward Hopper.

Quali momenti ricordi in particolare della tua storia artistica?

Dal 1978 al 1982 ho lasciato il lavoro e ho aperto il mio laboratorio, dedicandomi interamente alla ceramica. Purtroppo questa esperienza coraggiosa non ha dato i risultati che speravo e sono dovuto tornare al mio lavoro di contabile.
Ho anche abbandonato per un periodo la ceramica a causa della delusione.
Ma alla fine la passione per l’arte ha avuto il sopravvento e, quando ho ripreso, è stato come se non avessi mai interrotto.
Ho partecipato a mostre collettive annuali a cura del Circolo degli Artisti di Albisola e della Fondazione Cento Fiori.
Ho esposto in mostre tematiche alle quali hanno partecipato Luzzati ed altre personalità importanti e in mostre itineranti che partivano dal Palazzo Ducale di Genova, passavano dal Comune di Celle e dalla Galleria di Finalborgo per concludere al Festival dell’Unità al Prolungamento di Savona.
Quindi le opere che gli artisti partecipanti avevano donato venivano messe all’asta. Ho anche esposto in mostre personali.
L’ultima esposizione alla quale ho partecipato è la sesta edizione della rassegna biennale “Ceramica in Celle” che si concluderà il giorno 8 aprile e che si tiene a Celle Ligure presso la
Sala Consiliare in Via Boagno. Qui è esposto un mio piatto smaltato con applicazione dorata al terzo fuoco che ho intitolato “Quel che resta di un pesce, nobiltà di una lisca”.
Comunque continuo a creare e ad elaborare progetti, indipendentemente da mostre personali o esposizioni.

Immagine di un piatto in ceramica di Silvestro Pampolini, Lische di pesce

Lische di pesce

Puoi dire di aver elaborato un tuo stile personale?

Sicuramente sono molto cambiato nel tempo e non mi riconosco nelle mie prime opere. Mi piace rivisitare stili e tecniche antiche e rielaborarle nel moderno. Ad esempio amo molto l’impiego del terzo fuoco in modo non classico. Attualmente molti miei soggetti sono ispirati al mare. In ogni caso, indipendentemente dal tema, lo stile è cambiato perché sono cambiato io, si è evoluto perché c’è stata, con gli anni, un’evoluzione personale.

Quanto sono importanti il lavoro da autodidatta e la sperimentazione personale?

La sperimentazione è fondamentale. Se è vero che inizialmente la difficoltà maggiore che ho incontrato è stata quella di accedere a conoscenze tecniche e pratiche quali la smaltatura e la cottura, è anche vero che con il lavoro individuale si apprende moltissimo e si fanno scoperte interessanti.

Immagine di un piatto in ceramica di Silvestro Pampolini, pesci volanti

Pesci volanti

Le maggiori soddisfazioni?

Essere apprezzato è sicuramente un’enorme soddisfazione. E lo è ancora di più riuscire ad esprimere il proprio mondo poetico interiore, nonostante i limiti tecnici di cui parlavo. Forse poter esprimere se stessi è ciò che fa la differenza fra l’artigianato e l’arte.

Quali progetti hai in serbo per il futuro?

Continuare a seguire le ispirazioni che capitano. La libera espressione è liberante, ed è la cosa di più grande valore.

Immagine di un piatto in ceramica di Silvestro Pampolini, Esperimento Numero Zero

Esperimento Numero Zero

Nota: tutte le immagini sono state cortesemente concesse da Silvestro Pampolini.

Leggi le altre interviste:

INSERITA IL: 04/04/2018
AGGIORNATA IL: 20/01/2019

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